living out of cases

giovedì 26 dicembre 2013

MERRY CHRISTMAS (uhm a little bit late, sorry)

oddio ma ho scordato una cosa....
AAAAAAAAUGURI DI BUON NATALE, AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO (anche se ormai è Santo Stefano, bhe in codesto caso AUGURI DI S. STEFANO AUGURI DI S.STEFANO E FELICE ANNO NUOVO).
spero abbiate passato un Natale felice con le persone che amate e soprattutto che vi siate ingozzati come dei maiali.
see ya tomorrow.

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mercoledì 25 dicembre 2013

old cameras





questa mattina mi trovavo a casa dei miei nonni; è da un po' di tempo che mio nonno ha esposte su un muretto due macchinette fotografiche dei suoi tempi molto belle. Gli ho chiesto più volte se potessi averne una ma purtroppo i rullini non sono più in circolazione e se lo sono non costano poco.
Comunque, ispirata dal mio spirito da fotografa ( mai esistito e mai esisterà ), ho scattato qualche foto, giusto perchè non avevo nulla da fare.
Non so come sia la qualità del blog quindi potrebbero risultare più orride di quanto già lo siano.
ps la seconda non sono riuscita a prenderla per intero, cioè ci sono riuscita ma sono mosse le foto quindi ne ho messe due separate ahahahahaa
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sabato 14 dicembre 2013

Dreams


Mi trovavo in una scuola che non era la mia e avevo amici che non erano i miei, non ero in un gruppo ben preciso, ero a metà tra il gruppo degli "sfigati" e quello dei "popolari". Passavo del tempo con entrambi e mi trovavo abbastanza bene con entrambi.
Ricordo una scena in particolare in cui, dopo aver passato del tempo con il gruppo popolare (e non immaginatevi il mondo di patty come fanno tutti quelli a cui lo racconto ahahah ), andai a sedermi in cortile e mano a mano arrivarono gli altri che facevano parte del gruppo dei "non popolari" (non mi piace dire sfigati :c ) e ridevamo e scherzavamo. A un certo punto arrivò una ragazza dell'altro gruppo e mi chiese di andare al bagno con lei e le dissi di no perchè ero impegnata a stare con gli altri e lei si arrabbiò e dopo avermi detto di non sprecare il mio tempo con gente stupida, mi disse che ero fuori dal loro gruppo e se ne andò sbraitando. Sì, era isterica, e io come risposta mostrai il mio amato dito medio.
Fine del sogno.

Ieri ho raccontato questo sogno a una mia amica, perchè come lo avevo sognato sembrava un film e comunque mi piaceva, e lei mi ha detto "sicura di non avere problemi ad identificarti in gruppo?".
Fino a quel momento neanche avevo pensato che quel sogno potesse avere un significato, figuriamoci se potesse avere un significato del genere.
Allora stamattina l'ho raccontato a un'altra mia amica e le ho detto anche la domanda che Angelica, l'altra ragazza, mi aveva fatto e lei mi ha detto "potrebbe essere".
Allora le ho detto "perchè? io non sono in nessun gruppo", "appunto" mi ha detto lei.
Questo mi ha fatto pensare.
E' davvero così necessario appartenere ad un gruppo, identificarsi in qualcosa o persone che si distinguono dagli altri per una caratteristica comune a tutti?
Insomma il mio gruppo non posso essere io?
Perchè sono tutti così fissati con questa cosa che si debba appartenere a un gruppo?
Io il gruppo non ce l'ho e non è perchè non voglio identificarmi io, ma perchè nè gli altri nè io mi identificano.
Non posso semplicemente essere me? io appartengo al mio gruppo di cui le caratteristiche principali sono Martina e Tomassini e solo io posso farne parte, forse anche mia cugina che si chiama come me ma sono dettagli.
Un'altra cosa che mi ha fatto pensare è accaduta oggi, mi trovavo a casa mia con la mia stessa amica, la seconda, e stavamo vedendo un blog di una ragazza veramente bella che pubblica i suoi outfit giornalieri, allora le dico "mia madre ha un maglione del genere ma fucsia shock", e lei mi fa "perchè non lo metti?", "è davvero troppo shock", "io lo metterei" mi dice, "non saprei" le faccio, "non vuoi apparire", "cosa?" le chiedo non capendo, "dico, dato che è così appariscente evidentemente non lo vuoi mettere perchè non vuoi farti notare, vuoi nasconderti".
Davvero tendo a nascondermi?
Ricapitoliamo: non so identificarmi e ho la tendenza a rendermi invisibile.
Devo sembrare davvero una ragazza problematica e noiosa agli occhi degli altri..
Forse semplicemente perchè l'unica persona in cui mi identifico è una ragazza abbastanza solare ma con un vuoto dentro e non voglio che nessuno riesca ad arrivare a questo, potrebbe essere una giustificazione no?
E voi, avete dei sogni strani, con significati psicologicamente interessanti dietro? Se vi va, e se c'è qualcuno, commentate, mi farebbe piacere leggere ^^
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giovedì 12 dicembre 2013

New camera

Oggi Livia mi ha portato la macchinetta.
Ok, non è bellissima?
E' davvero davvero stupenda e questo post non ha davvero davvero senso ma volevo far sapere che finalmente ho una macchinetta anche io.
E in caso ci fossero utenti attivi che leggono, voi ne avete una? Professionale o di quelle normali? Vi piace fotografare? Quali soggetti preferite?
Tell me about you.
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mercoledì 11 dicembre 2013

We're catching lightning in a bottle, don't give a fuck about tomorrow





sono andata letteralmente in fissa con questa canzone, mi mette una carica assurda.
la mattina, quando vado a scuola, comincio prima con le canzoni che mi ritrovo in testa e poi metto questa verso la fine, quando sono quasi arrivata a scuola, insieme anche a "maybe tonight" sempre di questo gruppo.
bella bella bella, che ne pensate?
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martedì 10 dicembre 2013

Love or hate?

"Dico solo che si soffrirebbe di meno" disse Odio incrociando le braccia.
"Ci sarebbe solo cattiveria, e sai a cosa porta la cattiveria? A dolore, morale e fisico" quasi urlò Amore.
"NO, se odi non provi dolore, provi solo odio. sei imbattibile perchè l'odio ti rende forte" 
"ah si? quindi ti piacerebbe essere odiata da chiunque?" la stuzzicò Amore.
"bhe se provassi odio a mia volta poco mi importerebbe..." disse più a sé stessa.
"Ti importerebbe eccome. Perchè le persone possono essere indifferenti all'amore, ma mai lo saranno all'odio. Anche se nessuno vuole ammetterlo tutti si chiedono perchè sono odiati da qualcuno, e cercano di migliorare la parte che probabilmente li rende odiabili agli occhi degli altri... è così e basta" disse Amore avanzando a ogni parola verso Odio.
"Vogliamo parlare dell'amore? Ti prego dimmi la percentuale di gente che soffre per questa merda di sentimento, e quella di chi ne esce con un sorriso" disse Amore bloccando il ragazzo e spingendolo al suo posto.
"Perchè non ti lasci semplicemente andare?"
"Perchè non rispondi alla mia domanda?"
"Perchè non si decide di provare amore, se si prova bene e chi lo prova è consapevole del fatto che potrebbe soffrire come mai in vita sua e una volta che la gente è consapevole di ciò io non posso fare nulla, a prescindere dalle percentuali" disse il ragazzo accennando a un sorriso, stava vincendo e questo gli dava molta sicurezza.
"Cazzate. L'odio aiuta la gente. Se invece di amarla quella persona, la odiassi, ci sarebbero molti meno problemi" disse Odio finalmente guardando Amore negli occhi.
"Ma sai una cosa?" chiese il ragazzo avvicinandosi.
"Cosa?"
In un secondo la baciò, la trascinò dalla sua parte, dalla parte dell'amore e nonostante Odio fosse di pietra, riuscì a farle provare emozioni. Si sentì in qualche modo viva.
"L'odio è una forma d'amore" sussurrò il ragazzo vicino al suo orecchio dopo che si furono distaccati e se ne andò lasciandola sospesa tra due realtà: amore o odio? si chiese la ragazza per la prima volta.

Spero abbiate capito il senso di questa breve storia, nel caso contrario, ditemelo e vi spiegherò :)
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lunedì 9 dicembre 2013

Bad and good news

Ho un'amica che è da settembre e forse anche più che mette da parte i soldi per comprarsi una macchinetta fotografica professionale, lei ne ha già una, ma vuole comprarne un'altra più grande, con più qualità e con un obbiettivo migliore.
Fino ad oggi pensavo non volesse vendere la sua vecchia macchinetta, anche perchè ce l'ha da tre anni e in qualche modo ci è legata, l'ha portata con sé anche quando siamo andate insieme ad Edimburgo ed ha un valore affettivo.
Oggi, cercando su internet, ne ha trovata una a 399 euro, che per il modello che sta cercando lei è veramente poco, ha chiesto a suo padre se andasse bene e lui le ha detto che gli avevano consigliato un sito in cui vendono queste macchinette con obbiettivi più grandi insieme, tutto non troppo costoso.
Allora mi scrive "papà dice che però dovrei vendere Berry Juice.. (è così che si chiama la sua macchinetta ahahahha)", allora io le scrivo "oddio no, lo vuoi fare veramente?" e lei mi scrive "la vuoi tu?".
Ecco, mi si è aperto un mondo a quelle parole.
Desideravo una macchinetta del genere da un bel po' di tempo ma comunque non ne ho mai presa una perchè non mi andava di spenderci troppo, allora mi fa "te la metto a 100 euro che è la metà di quanto l'ho pagata", buonissimo. E dopo un po' mi scrive "dai te la metto a 90, prezzo di favore".
Amo Livia, veramente.
Ho chiesto a papà e dopo un po' di chiarimenti mi ha dato il permesso di prenderla.
Quindi giovedì avrò il mio regalo di Natale anticipato, anche se in parte me lo sarò pagato da sola.
Aaaaaaaaaaaah, le belle notizie che arrivano in settimane in cui già ti pare tanto se vedi la luce oltre i libri.

Ah e anche un'altra bella o brutta notizia, dipende dal risultato, riguarda il tema in inglese che ho fatto oggi a scuola. Le tracce erano tre e ho scelto una che diceva di parlare di situazioni in cui non sono riuscita a capire una persona e come mi sono sentita.
Ho parlato in primis di mia madre, la persona che non mi capisce e che io non capisco per eccellenza.
Poi ho parlato della mia amica Anastasiya.
E' stato abbastanza triste parlare di lei perchè ieri è partita per ritornare in Ucraina (il luogo in cui è nata) per sempre.
Ho parlato di lei perchè penso sia la persona più complicata del mondo, Hana è una ragazza con molti problemi in famiglia e spesso non riesco a capirla, e anche se ci provo mi accorgo che non potrei mai riuscirci perchè sono cose che probabilmente neanche lei riesce a capire.
Ho concluso il tema con una frase che ancora ricordo "Now I'm out of time and I feel lost and late because I have no more time and even if I tried and tried I didn't understand and maybe the only thing I understood is that what I had to understand about her was bigger than me and her", questa frase mi è rimasta, l'ho scritta perchè ricordo che una volta o io o lei, non ricordo chi, abbia detto che tutto ciò è più grande di lei, di tutti.
Mi manca, ed è passato solo un giorno.

Questo proviene da una nuova rubrica intitolata "Pezzi di vita di Martina a cui nessuno importa nulla ma lei continua a scriverli incurante del fatto che sono cose interessanti solo per lei"
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domenica 8 dicembre 2013

Strong - One Direction

Sto ascoltando una canzone del nuovo album dei One Direction che si intitola "Strong" e sto notando che ci sono varie frasi che mi fanno riflettere molto, come delle canzoni di tutto l'album d'altronde, ma di questa canzone in particolare.

"I'd do anything to save it, why is it so hard to save it?"
Ora, premettendo che la canzone si riferisce all'amore, io intendo la frase in tutti i casi possibili di relazioni.
Perchè è sempre così difficile salvare qualcosa? Ma alla fine non per forza una relazione, anche una persona stessa. Ci sono persone o cose per cui faremmo di tutto, per cui  daremmo la vita ma per quale motivo a volte non riusciamo a fare nulla, come se fossimo impotenti? Potremmo morire per loro ma probabilmente non servirebbe a nulla, perchè sono in una situazione talmente "insalvabile" che nulla sarebbe abbastanza per portarli in salvo. Ogni sforzo, ogni tentativo è inutile perchè tu da solo non sei abbastanza.

"Don't wanna wait till it's gone"
Questa è la frase che mi fa pensare di più.
Spesso ci ritroviamo a dire "aspetto, magari con il tempo tutto si calma", in qualunque situazione (una litigata, l'attesa di una risposta, una relazione in crisi ecc), e pensiamo che aspettare faccia bene e cominciamo a farlo ma passano giorni, poi settimane e mesi e dopo un po' ci accorgiamo che è andato, tutto quello che aspettavamo è scomparso.
Siamo così impegnati a pensare che il tempo sia la cura a tutto da non capire che il tempo sia anche ciò che distrugge tutto.
E perchè questo?
Semplice, non abbiamo coraggio. Affatto. Neanche il minimo.
Oltre ad essere sia una cura che la distruzione, il tempo è una scusa, la scusa più gettonata al mondo.
"Il tempo cura le ferite", "lasciamo fare al tempo ciò che deve fare", "quando sarà tempo si vedrà", "tempo al tempo", e questi sono solo pochi dei tanti detti sul tempo che giustificano la nostra vigliaccheria.
"Non voglio aspettare finchè sia andato via, finito" perchè questo non lo dice mai nessuno?

"I'm sorry if I say I need ya but I don't care, I'm not scared of love"
1) scusarsi solo perchè si dice che si ha bisogno di un'altra persona, perchè? e soprattutto, verso chi: te stesso o l'altro?
Se dovessi interpretarla a modo mio, cosa che sto facendo con ognuna di queste frasi, si tratterebbe più di una scusa verso sé stesso. E' come ammettere di essere dipendente da qualcun'altro, come aver perso un pezzo della propria autonomia perchè se l'altro non c'è ti senti inutile e, almeno per me, questa è una cosa per cui scusarsi. Ti scusi con te stesso perchè ora non sei più composto solo da te, ma siete in due in un corpo.
2) non ho paura dell'amore. ah, questa è bella. chi non ha paura dell'amore? voglio che una persona mi guardi negli occhi e mi dica "non ho paura dell'amore", quanti ne esisteranno? 2? forse neanche. L'amore spaventa tutti. E' qualcosa di troppo grande per chiunque. Ora non mi va di dilungarmi troppo parlando dell'amore ma sono sicura che tutti, anche in minima parte, abbiano paura di questo sentimento. L'amore è un mostro che ti si annida dentro e cresce ogni giorno di più e ti mangia, mangia ogni parte del tuo corpo fino a renderti la persona più debole e vulnerabile del mondo che con un solo tocco potrebbe scomparire.

"Is that so wrong? Is it so wrong that you make me strong?"
esatto, è così sbagliato che qualcuno ci possa rendere così forti? ma non solo: perchè le porsone che ci rendono forti, spesso al contempo, sono anche quelle che ci rendono più deboli?
e cosa fare quando è così?
Amore e cazzi vari: istruzioni per l'uso.
Dovrebbero creare un libro del genere, salverebbero non so quanta gente dal dolore.
perchè qualcuno ci può rendere forti? vorrei davvero saperlo, perchè spesso non siamo in grado di sentirci forti da soli? Perchè quando siamo soli non siamo nulla ma vicino a quel qualcuno siamo importanti? Cosa ha quel qualcuno di così speciale che non abbiamo noi?
Troppe domande.

"Think of how much love that's been wasted, people always trying to escape it. Move on to stop their heartbreaking, but there's nothing I'm running from"
Eccola. Questa è proprio la principale delle frasi.
Li vedete voi nell'aria quei pezzi di amore? Quelli che non si confondono e trovi subito, quelli che sono di amori andati a finire male, quei pezzi di amore sprecato che nessuno ha mai utilizzato fino in fondo. E si sentono inutili, vagano in aria cercando qualcuno a cui appartenere, qualcuno che non li sprecherebbe mai e non lo trovano, sapete perchè? Perchè tutti sprecano l'amore, nessuno ne fa buon uso fino in fondo. Tutti lo lasciano crescere dentro di sé, si lasciano distruggere per poi, la maggior parte delle volte, scappare per paura. E poi continuano a scappare perchè scappando pensano di evitare tutto e passare sopra il dolore ma nessuno pensa che magari se non provassero a scappare non ci sarebbe neanche bisogno di passare sopra un cuore spezzato?

"I need you to keep me from falling apart"
ritorniamo al fatto di prima. sembra più una canzone di sottomissione, questa.
però questa frase la amo, seriamente.
ho bisogno di te per non cadere a pezzi, non è bellissimo?
di tutte queste frasi che sono stupende, questa è la mia preferita.
e non mi viene da rifletterci sopra, sinceramente, mi viene solo da leggerla e rileggerla e forse, non so perchè, è l'unica frase al mondo che mi faccia avere voglia di avere un ragazzo a cui poter dire questo.

Ok, queste erano le mie varie pippe mentali sulle canzoni. magari ne farò di più in futuro, è bello analizzare le canzoni e interpretarle a modo tuo, farle tue in qualche modo.
Comunque, anche se magari pensate che siano dei """""""froci"""""" (questo se siete delle povere persone con una mente chiusa quanto il mio libro di biologia da quando l'ho comprato) o non abbiano talento o qualunque cosa vogliate pensare, ascoltatelo questo album, magari non ascoltate le loro voci se non vi piacciono, ma ascoltate le parole perchè ne vale la pena.

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giovedì 5 dicembre 2013

About pain

ultimamente,per fatti accaduti,mi è capitato di pensare molto alla sofferenza.
io non penso che ci siano tipi e tipi di sofferenza, che si possa soffrire di più o di meno, a meno che non si parli di dolore fisico. 
per esempio c'è molta gente che dice "vorrei avere la vita di qualcun'altro per soffrire di meno" ma vedi, io non penso che questi si rendano conto di ciò che dicono. almeno a mio parere ognuno in modo diverso soffre, che sia per una morte o per la mancanza di qualcosa, tutto è determinato dall'importanza che si da all'accaduto ed è ovvio che se io, per esempio, reputassi importante viaggiare e questo non mi fosse permesso, mi creerebbe dolore, come se reputassi importante la morte di un parente anche essa mi creerebbe dolore.
è un discorso che non riesco a spiegare molto bene, neanche se lo dovessi fare a voce. Semplicemente penso che se questa gente provasse ad immedesimarsi nei panni di qualcun'altro e a vivere la vita che a loro sembra più semplice si accorgerebbero che non cambierebbe nulla, perchè anche se i problemi sono differenti, la sofferenza è quella.
Un'altra considerazione che vorrei fare sul dolore è il suo modo di agire, o almeno come agisce su di me.
E' brutto, perchè inizialmente quando mi accade qualcosa, rimango impassibile, come se non riuscissi a capire, e non provo nulla, rimango semplicemente vuota. Il dolore arriva solo in seguito, dopo la fase vuota esso comincia a scavare in profondo, lacerando ogni minima parte e questo processo non dura un'ora o due ma continua e mai svanisce, persiste sempre. Posso dimenticare, cercare di mandarlo via, ma ogni volta che mi accadono altri fatti anche il dolore precedente risale a galla mischiandosi a quello nuovo ed è sempre peggio perchè non riesco mai ad espellerlo. Per questo la maggior parte delle volte mi viene da chiedermi: il dolore scompare? e soprattutto, come fa?
Dicono che il tempo aggiusti le ferite ma a me non pare, insomma il dolore è una sensazione forte e io penso che ci voglia più del tempo per farlo svanire, serva qualcosa di superiore che magari neanche esiste e se non esiste, allora, come si fa a farlo scomparire il dolore?
vorrei davvero una risposta, la cerco da tanto tempo e penso sarebbe utile a molta gente.
Comunque nonostante tutto sono una di quelle persone che crede che prima o poi tutto migliori e ci credo seriamente, e soprattutto credo che la sofferenza, oltre che essere una cosa brutta, sia uno dei più grandi aiuti che la vita ti possa dare, se non l'unico veramente importante. probabilmente se non avessi vissuto alcune esperienze che mi hanno recato dolore non sarei quella che sono ora, non che io sia questo granché, ma vado fiera del mio modo di ragionare e affrontare i problemi e questo è di per certo derivato dal dolore, non dalla felicità o da tutte le cose che ti arrivano con uno schiocco di dita, ma dal dolore e dalla fatica assieme. 
Anche se brutto, il dolore è importante, rende le persone migliori, forte, pronte a tutto e alla vita
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mercoledì 9 ottobre 2013

get it right - lea michele (glee)

http://www.youtube.com/watch?v=Pkb9uyPC-Rk

leggete il testo, ascoltatela.
io la trovo magnifica, stupenda, come minimo.
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lunedì 7 ottobre 2013

like a big, grey wall.

a volte mi capita di non pensare.
in teoria dovrebbe essere impossibile, si pensa sempre a qualcosa anche se insignificante, anche se piccola, dovrebbe essere impossibile smettere di pensare ma a me capita.
mi ritrovo a fissare qualcosa, essendo consapevole del fatto che sto fissando, e ritrovarmi la testa vuota.
mi guardo allo specchio e vedo un'espressione indifferente, non un broncio non un sorriso, occhi spenti come vuoti.
quasi non mi riconosco.
solitamente io rido sempre, sono un tipo abbastanza allegro, a volte "finto allegro", ma rido comunque, qualsiasi cosa accada cerco sempre di metterci un sorriso sopra.
ricordo bene che una volta un mio compagno, scherzando, mi disse "perchè ridi sempre? ridi anche quando sei triste", so che era una frase detta così, senza neanche pensarci sopra, ma mi ricordo che mi fece pensare molto. insomma, la gente normale solitamente quando non è felice non ride, perchè io rido la maggior parte del tempo? non riesco a capire se si tratti di una debolezza, una dimostrazione del fatto che sono forte o semplicemente un modo di mettere da parte e fuggire dai problemi. forse l'ultima.
eppure quando vado in modalità indifferente, scompare pure quel sorriso.
come oggi pomeriggio.
indifferente, completamente, non un sorriso, non una lacrima, nulla, completamente indifferente.
senza nessun motivo, cioè ne ho di motivi, ma senza nessun particolare motivo.
odio quando sono così, mi perdo tutto, anche un pomeriggio in cui sono sola, non riesco a godermelo.
mi do altamente urto al sistema nervoso, mi odio.
preferirei piangere non so quante lacrime in questi momenti, almeno per dare un segno di qualcosa, ma nulla.
neanche una smorfia, neanche un accenno a un sorriso, un occhio lucido, niente di niente.
un volto impassibile, impenetrabile, come un muro grigio.
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martedì 24 settembre 2013

trying to survive


1° passo: l'accettazione.
avevo bisogno di aiuto.
ero in cima a quel grattacielo, oscillavo tra la realtà e la fantasia. da una parte la mia realtà, da una parte la loro.
ogni giorno continuavo ad arrampicarmi sugli specchi, a trovare una scusa nuova , una motivazione, una qualunque cosa a cui aggrapparmi per sopravvivere. ma ormai avevo finito le riserve, non avevo più nulla da mettere in mezzo, ero arrivato al culmine.
per questo ero su quel grattacielo. ogni gradino che avevo fatto per arrivarci era una scusa. arrivato in cima erano finite, io ero finito.
non so in quel momento cosa mi avesse fatto cambiare idea, quale parte del mio inutile e fragile cervello avesse deciso che non era la cosa giusta, ma non lo feci.
tutti quei gradini, tutte quelle scuse, ma alla fine non lo feci.
mi tirai indietro, non per paura, ma per accettazione.
guardai solo il cielo. ero diventato cosciente, cosciente del fatto che necessitavo aiuto, e il suicidio non avrebbe portato a nulla, se non all'immediata fine.

2° passo: la richiesta d'aiuto.
cominciai a correre. scesi tutti i gradini, abbandonai completamente quell'idea.
arrivai alla clinica più vicina, entrai frettoloso, mi avvicinai al bancone.
"ho bisogno d'aiuto", fu quello il cambiamento. il cambiamento in me, la richiesta d'aiuto.
era il momento di tirare fuori la mia realtà, e se non avessi tentato di superare i miei problemi, sarebbe stata la loro realtà a prendere il sopravvento.

3° passo: la permanenza.
rimasi in clinica per 4 mesi. mi accorsi di molte cose là dentro e arrivai a capire che il mio maggiore problema ero io non gli altri.
conobbi una marea di ragazzi e ragazze, alcuni con problemi più grandi dei miei, e cominciai a sentirmi egocentrico e anche egoista. non avrei mai pensato che potesse esistere gente con un dolore più forte del mio.
una volta chiesi a un ragazzo, cosa lo avesse spinto a provare il suicidio e lui mi disse: "ho smesso di sognare" e poi dopo un po' di silenzio aggiunse "..anche se non lo avrei mai immaginato".
anche io avevo smesso di sognare? non immaginavo più qualcosa che potesse andare oltre la cattiveria della gente?

4° passo: la vita.
quando uscii ricominciai da capo. ero nuovo, e non ero solo.
avevo una nuova mentalità, nuovi obbiettivi, nuovi orizzonti.
ero.. felice. e non lo ero da davvero tanto tempo, mi ero scordato come fosse.
era.. felice. essere felici è felice.
ero pronto a gridarlo al mondo "sono felice".

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"perchè sei qui?" mi chiese quel ragazzo che aveva smesso di sognare
"hai presente quando ti accorgi di essere diverso? a me è successo più o meno a 15 anni. ho provato ad essere "normale", a non deludere i miei genitori ma ho fallito. da ben 3 anni, cerco di nascondermi. mi rendo invisibile, faccio in modo che la gente non mi veda, non capisca cosa c'è dietro a tutto questo.
siamo nel 21° secolo e la gente ancora guarda l'orientamento sessuale e vuole avere il controllo sulla vita altrui. tu non puoi capire cosa mi hanno fatto patire..non puoi"
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lunedì 23 settembre 2013

il vostro valore fondamentale?

l'anno scorso mi è stato chiesto di scrivere un tema riguardante il mio valore fondamentale.
Prima, cercando un foglio, ho ritrovato la brutta copia; avevo intenzione di ricopiarlo ma penso lo rielaborerò...

Non ho mai pensato ai miei valori, non mi sono mai realmente soffermata a pensare quali possano essi essere. Ho sempre dato per scontato che i miei valori fossero la famiglia, l'amore, il rispetto, le solite cose insomma, fino a quando non ci ho cominciato a riflettere.
Se dovessi dare una definizione di "valore" direi che si tratta di qualcosa di fondamentale per una persona, è il centro da cui nascono tutti i proprio ideali, su cui si basa una mentalità e beh... l'amore, il rispetto ecc, sì sono importanti ma sono come scontati. E' ovvio che essi siano importanti, che siano una base da cui partire, sono la base di tutti.
Io non sono tutti. Io sono diversa.
Un po' di giorni fa, su un sito internet, ho letto la seguente frase : "il coraggio di rimanere, di non voltare le spalle e fuggire".
Sono rimasta colpita, non so perchè, e così sono andata a fare una ricerca su Google "può il coraggio essere considerato un valore?", ho aperto la prima pagina, poi quelle dopo e tutte dicevano che sì, il coraggio può essere considerato un valore.
Eppure, almeno secondo me, le definizioni non coincidono.
In ogni caso il coraggio è qualcosa di importante, essenziale, una delle qualità migliori che una persona possa avere.
Penso ci siano diversi tipi di coraggio: il coraggio di rischiare, il coraggio di non scappare e affrontare i problemi. Ma non solo questo è coraggio, mi spiego, se ne parla quando riesci a ridere nonostante vorresti piangere, quando tiri su le lacrime e fai finta di nulla, quando "va tutto bene" ma in realtà va tutto male, quando affronti le tue emozioni e non temi di mostrarle, quando non hai paura di ciò che potresti provare, quando ti rialzi e vai avanti, quando accumuli ferite su ferite ma non ti arrendi.
Il coraggio, però, si vede anche nelle piccole cose. E' coraggio abbracciare, voler bene, è coraggio parlare dei propri problemi e uscire dal guscio, è coraggio quella piccola o grande cosa, a seconda di come la si vede, chiamata amore, è coraggio fare un sorriso, tendere una mano, aiutare, è coraggio sognare, immaginare una realtà diversa, migliore, il coraggio di vedere oltre.
Ma più di tutto è coraggio vivere, percorrere tutto quel cammino chiamato "vita" con tutte le sue difficoltà che alla fine racchiudono tutto quello che ho scritto qua sopra.
Ancora non so se considerare il coraggio un valore ma se davvero lo è, almeno secondo me, dovrebbe essere il valore fondamentale di tutti però non il solito valore, un valore diverso, che va sviluppato nel tempo, che deve crescere, per questo aspetto. Il mio valore sta crescendo, si sta formando, come me.

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domenica 22 settembre 2013

can a SMS take the place of words?

Avete mai pensato a un SMS come una via di fuga? Io sì.
Gli SMS, le chat o qualunque modo di parlare che non includa guardarsi negli occhi sono vie di fuga dalla paura.
Quale paura? Quella dell’espressione.
Per questo, ormai, le notizie, soprattutto quelle brutte, vengono comunicate tramite uno schermo “insensibile”, è decisamente più semplice osservare una chat che una persona.
Si pensa che parole scritte diano meno dolorose di parole orali. Ci si nasconde dietro la solita scusa del “glielo dico tramite messaggio per farlo/a soffrire di meno”, ma la realtà è che siamo tutti codardi.
Nessuno ha più il coraggio di dire in faccia le cose, di osservare la reazione dell’altro, vogliamo tutti levarci il peso di vedere la tristezza negli occhi della gente, forse ci sentiamo meno in colpa così. Non ci accorgiamo, però, che questo è un modo per lasciare l’altro solo nel suo dolore e lavarsene le mani.
Doppiamente codardi, e anche egoisti.
Stupido schermo insensibile, tasti privi di emozioni, risposte fredde, faccine che mascherano la realtà, “sto bene” scritto quando stai piangendo, “ti amo” scritto mentre la tradisci.
Ci nascondiamo dietro parole.
“tanto non può vedere cosa faccio veramente”, bello pensare questo, vero?
Facile imbrogliare usando solo delle lettere.
Eccolo il grande potere della tecnologia: imbrogliare giocando a nascondino.
Non voglio risultare pessimista o una disadattata sociale che odia tutto e tutti, ma semplicemente… beh, sì forse ho un particolare sentimento tendente al disprezzo verso le persone di oggi, ma credo che questa sia la realtà.
SMS, e-mail, chat possono anche essere utili: permettono la comunicazione a distanza, il che è una cosa davvero importante per chi non ha la possibilità di vedersi ogni giorno, ma non riesco a trovare altri lati positivi; forse non ce ne sono o forse non li voglio trovare.
Diventiamo sempre più freddi, non ci accorgiamo più di ciò che ci accade intorno tanto siamo concentrati a chattare.
Siamo ciechi, egoisti, codardi e freddi, e non facciamo nulla per migliorare, al contrario, andando avanti col tempo peggioriamo usando sempre di più quello schermo insensibile.
Ma non è brutto? Alla gente non mancano gli abbracci veri, i sorrisi che spuntano all’udire di belle parole o semplicemente il contatto fisico?
I rapporti si vanno solo rovinando, diventano più freddi, distaccati, divisi da una fittizia rete di messaggi.
Per quanto mi riguarda non sono brava a comunicare le mie emozioni, anzi a volte non le comunico e basta. Se mi serve uno sfogo getto parole su un foglio e poi quel foglio finisce nel disordine della mia stanza.

Odio le conversazioni importanti tramite cellulare, se ho bisogno di parlare con qualcuno lo faccio dal vivo, quell’individuo deve vedere la mia espressione mentre parlo e io devo vedere la sua. Se finisco in lacrime e mi serve un abbraccio o magari serve all’altro, devo avere la possibilità di poterlo dare o ricevere. Devo avere qualcuno davanti, qualcuno che mi ascolti, scrivere a uno schermo mi fa sentire sola, ed eccolo un altro difetto della tecnologia: la solitudine.
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giovedì 19 settembre 2013

you know about love, no?

oggi, durante la lezione di filosofia, la prof ha cominciato a parlare dell'amore e diceva cose tipo "sì, sapete insomma cosa si prova no?", "senti la mancanza, della persona, no?", "capite no?".
mi sarei davvero voluta alzare e urlare "NO PROFESSORESSA, NON LO SO, LA SMETTA CON TUTTI QUESTO "CAPITE?", "NO?", TANTO NON LO SO".
mi sentivo davvero fuori luogo, tutti che sorridevano sotto i baffi come alludendo a qualche loro esperienza, gente che che guardava in basso magari per vergogna, altri che si guardavano intorno e lanciavano sguardi pieni di dolore e poi c'ero io: fissavo tutti, cercando di capire cosa pensassero, eppure non capivo.
insomma io conosco solo l'amore dei film o dei libri, quello che è perfetto anche se disastroso, quello di cui raccontano quasi tutti.
l'amore è come una leggenda, un mito, ne parlano tutti ma nessuno sa la realtà, almeno secondo me.
tutti così presi da questo sentimento, non si accorgono neanche di cosa accade loro intorno, sono persi, in un altro mondo.
invece io sono ancora "salva", posso vedere da fuori e ciò che vedo non è bello: gente che piange, gente che non vuole sopravvivere, gente umiliata e distrutta che continua a tenere duro, gente che fa finta di nulla, gente che perde la propria dignità solo per questo sentimento.
quanto vale tutto ciò? quanto può valere?
l'amore vale una vita o qualche anno sprecato dietro quella persona? l'amore vale perdere te stessa/o?
evidentemente per queste persone la risposta è sì.
e allora una cosa dell'amore l'ho scoperta: è forte.
è immensamente forte, porta a superare difficoltà ma anche ad incontrarne e poi sempre ad andare avanti.
l'amore è la causa dei più grandi problemi al mondo eppure la gente ancora ci casca...
ma basterebbe così poco per non soffrire.
ed eccola un'altra cosa: l'amore è semplice e difficile.

a me fa schifo l'amore, tanto schifo quanto paura.
spero di non innamorarmi mai, lo spero per me stessa, per non ritrovarmi a distruggermi da sola e a perdermi.
sono contenta ora, contenta di non amare.
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lunedì 16 settembre 2013

do you really know what a statue is?

avete mai pensato alle statue? a cosa pensano, a come si sentono, a quello che vedono?
no?
io sì.
le statue vedono la realtà, vedono le cose oggettivamente, da fuori.
noi siamo troppo "dentro" a tutto per osservare come fanno loro.
noi vediamo e basta, posiamo lo sguardo un attimo e poi lo distogliamo senza neanche fare caso a ciò che abbiamo visto.
le statue osservano ogni cosa per almeno 10 minuti, la contemplano, riflettono, immaginano una vita dietro a ciò. o almeno se io fossi una statua lo farei.
alcuni pensano ce le statue siano persone del passa, secondo me le statue non è così: le statue sono persone a parte mai esistite e che mai esisteranno, come se fossero alieni.
immagino le statue come persone che possano relazionarsi col mondo in modo oggettivo, senza basarsi su aspetti di una vita vissuta al suo interno. senza pregiudizi o altro.
le statue non sono a conoscenza di nulla, imparano ogni giorno.
e non imparano quello che noi impariamo a scuola, imparano quello che osservano, che è molto meglio.
 penso che sappiano spingersi molto in là con la fantasia, che sognino di cose fantastiche, in fondo sono persone imbalsamate, vivono solo grazie alla fantasie.
probabilmente loro desiderano essere vivi, ma da ciò che vedono non si accorgono di tutto, e non sanno che ci sono molte altre persone che desidererebbero essere come loro, per non vedere e basta ma per osservare.
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they against me





"non volevo ucciderli. non l'ho fatto apposta.
è tutta colpa loro, è colpa loro se io li ho uccisi.
mi hanno istigato loro, è una buona scusa da dire al giudice, no?
in fondo è vero, sono loro che con tutte quelle parole, quelle frasi piene di odio, mi hanno portato ad ucciderli.
io, dal canto mio, neanche l'avrei fatto se non fosse stato strettamente necessario per me.
sono arrivata al punto in cui ho visto me cadere nel profondo e loro, con il loro disprezzo, salire all'apice.
è orrendo vedersi così debole e indifesa. ero diventata una spugna che assorbiva ogni insulto.
e quindi? penso che questo sia valido. che se la siano cercata loro questa fine.
l'odio che dai ti viene ridato. io l'ho ridato a loro tutto l'odio che mi avevano dato.
alla fine ciò che io ho patito in tutta questa vita è pari al dolore della morte, se non di più.
quando muori neanche te ne accorgi, anche se dipende da come muori, loro sono morti uccisi: una coltellata e via, poco dolore. io del dolore me ne accorgevo eccome, e lo tenevo tutto dentro.
è colpa loro. io sono stata mossa dai loro pensieri verso di me, dalle loro parole, dal disprezzo, dal dubbio, dall'odio, dallo schifo, dal loro schifo. è come se si fossero uccisi da soli.
ma tanto tutto questo che senso ha? la colpa verrà data a me, perchè a nessuno frega nulla di ciò che loro facevano, a loro frega solo del fatto che io ho un coltello e io li ho uccisi.
tutti si focalizzano su ciò che vedono senza contare cosa c'è dietro.
io ho ucciso parte della società perchè questa fa schifo, ma a loro non importa.
loro non sapranno mai quante coltellate hanno dato gli altri a me, loro sanno solo di quella che ho dato io.
e ora? muoio.
non mi farò catturare per ciò che non ho fatto a causa mia, è stata legittima difesa.
intanto io sto meglio, sono libera.
sono loro le macchine, quelli imprigionati nel solito grigio, e non vedono oltre quel colore."

il "loro", usato spesso nel racconto, si riferisce alla società.
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sabato 14 settembre 2013

thinking



cit. Bukowski






come fa la gente a dire di saper amare? nessuno sa amare e nessuno mai lo saprà, nessuno sa di cosa si tratti.
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mercoledì 11 settembre 2013

just went shopping


FINALLY MINE.
le amo, amo queste scarpe.

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martedì 10 settembre 2013

time to stop the tape and rewind

7h 20m e mi ritroveró a combattere una delle lotte piú ardue: scuola vs letto.
3 mesi, sono passati ben 3 mesi e io non me ne sono accorta.
in 3 mesi ho conosciuto non so quanta gente, sono stata a londra, al mare e... a casa.
è stato tutto così veloce, quando invece sembrava così lenta l'attesa per londra e ora sono qua, ancora, come sempre.
solita routine, soliti ambienti, solite persone.... soliti tutti.
pronta a ricominciare da capo come ogni settembre di ogni anno.
da come la descrivo puó sembrare una cosa noiosa e molti lo pensano ma in realtá è una cosa che mi rassicura, mi rende tranquilla. non so è come se all'inizio di ogni anno ci fosse una voce, tipo di quelle del supermercato, che mi chiama alla cassa e mi dice "tutto apposto, ricominciamo da zero, alla normalitá" e io ogni volta sentissi un senso di sicurezza attraversarmi e mi guardassi intorno pensando "forza un altro anno, di nuovo come prima".
ogni volta sono pronta a mettere il nastro indietro e rifarlo di nuovo ma magari diversamente.
e allora ecco: sono pronta anche stavolta a ricominciare da zero dimenticando lo scorso anno e creando quello nuovo, e non vedo l'ora.

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lunedì 9 settembre 2013

into your arms - the maine

http://www.youtube.com/watch?v=kKf2lECazMs

sono fissata con questa canzone. è stupenda.

'I need to find my way back to the start'
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perchè?

è una domanda che mi risuona spesso in testa: perchè?
perchè un bambino piange sempre? perchè le foglie sono verdi? perchè la terra gira intorno al sole? perchè quel poeta ha scritto quella cosa o quel pittore ha illustrato quella? perchè? perchè? perchè?
ci sono così tante cose che vorrei sapere, ho così tanti dubbi.
ma spesso i miei "perchè" sono susseguiti da sentimenti non corrisposti, amicizie sbagliate, vite al contrario.
per esempio adesso: perchè le persone che dovrebbero conoscermi più di tutte non mi conoscono affatto?
insomma, dalle persone a cui sei legato da più tempo ci si aspetta una grande conoscenza, fiducia, lealtà e invece... mi ritrovo a scoprire cose che mai mi sarei aspettata.
forse sono io che sono difficile da capire, forse sono io che non ispiro fiducia. 
o forse sono loro che non mi comprendono, loro che non si fidano, loro che pensano cose che io non riuscirei mai a pensare di loro.
io non sono cattiva, non sono crudele, non odio la gente che amo, non ho doppie facce e non volto le spalle.
io sono la prima che la aiuta, la prima che c'è sempre, la prima che salta qualunque cosa debba fare se lei sta piangendo eppure lei dopo tutto questo tempo ancora non si fida, ancora non mi conosce, ancora pensa che io abbia qualcosa contro di lei mentre non si accorge di tutto quello che seriamente farei per vederla felice, del bene che le voglio, che non ho doppie facce, che se solo provasse a non pensare sempre male di me noterebbe che sono innocua per lei.
non si accorge che quella che sbaglia è lei, che quella che fa del male è lei anche non volendo. lei non vede oltre quello che vuole, lei non vede oltre quello che pensa di conoscere di me.
e cosa dovrei fare io? posso considerarla amicizia questa?

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domenica 8 settembre 2013

woke up with a smile in my mind

stamattina mi sono svegliata con una foto in mente.
vi capita mai di aprire gli occhi e avere subito in testa una canzone, una persona o una foto? ecco.
e vi capita mai di innamorarvi di un sorriso? ecco, ancora.
insomma cosa può mai essere un sorriso? denti, labbra, fossette se quella persona le ha.. anatomicamente questo è un sorriso.
ma quante cose può trasmettere un sorriso? quante cose si possono capire da un semplice sorriso?
penso che insieme agli occhi il sorriso sia una delle parti più espressive del nostro volto.
ci sono i sorrisi veri, quelli falsi, quelli che nascondono o quelli che vogliono mostrare, quelli maligni o quelli gentili, ce ne sono a migliaia.
cosa capita quando vedi un sorriso vero? io mi innamoro, mi innamoro di quel sorriso, della felicità. mi innamoro delle sensazioni che esso mi trasmette e di ciò che mi rivela.

la foto che avevo in mente questa mattina e ho ancora in mente l'ho anche sognata.
c'era un sorriso e posso giurare che io sono innamorata di quel sorriso, sono legata a quel sorriso.
quel sorriso è qualcosa di stupendo, arriva dritto al cuore, o almeno arriva dritto al mio, lo scava nel profondo e ci lascia un segno, il segno di tutte le stupende sensazioni che mi fa percepire.
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che rumore ha la felicità?


il rumore di una risata, di una di quelle vere, di quelle che vengono dal cuore.
di quelle di un bambino o di quelle di una ragazza che trova il coraggio di passare sopra un cuore spezzato.
di quelle di una madre che vede il figlio la prima volta, di un padre orgoglioso.
di un ragazzo che osserva la ragazza che ama, di qualcuno che nonostante sia triste trova la forza di ridere per le piccole cose. la risata di un cuore che piange, di una vita che cade nell'abisso, la risata di tutte quelle cose brutte. le risate che derivano dalle piccole cose.
eccolo il rumore della felicità: un semplice "ahahah". ma non di quelli scritti in chat, tanto per fare. di quelli veri.
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about freedom

non siamo mai liberi, a prescindere da destino o non.
se non si tratta del destino, si tratta della gente intorno a noi.
tutti ci impongono regole, le coincidenze non sono mai coincidenze, almeno a parere mio.
non credo nel caso o nel destino, ma non credo neanche che siamo padroni di noi stessi. non so come spiegarlo ma secondo me c'è sempre qualcuno che ci impone cosa fare.

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that's me.

chi è Martina?
Martina è una ragazzina di 15 anni, ma lei preferisce dire 16, essendo nata a fine anno spesso non le è possibile dire la stessa età dei suoi coetanei ma lei aumenta comunque, in fondo l'anno è sempre quello.
Martina frequenta il liceo linguistico, studia inglese, francese e tedesco; ultimamente lei si sta pentendo del francese, probabilmente avrebbe dovuto scegliere spagnolo, ma in compenso ama l'inglese.
Martina ripone tutti i suoi sogni e le sue speranze a Londra: è lì che un giorno sogna di andare a vivere.
Martina ha sempre un sorriso in bocca, nonostante abbia paura, il suo mondo stia cadendo in tanti piccoli frammenti di ghiaccio, lei sorride. Una volta un suo compagno le chiese "perchè sorridi sempre? ridi anche quando sei triste", non seppe dare risposta.
Martina è tutto e nulla, è bianco grigio e nero.

ama scrivere, per sfogarsi o solo per divertirsi. ascolta molta musica, potrebbe creare la colonna sonora della sua vita.
proverà con tutte le sue forze a tenere attivo questo blog, ma sa che prima o poi probabilmente esso rimarrà incurato, sa che questa è solo una fissazione momentanea, come molte altre.

martina è una di quelle che non si fida, è un po' acida, dicono, ma dolce con chi lo merita.
martina ha paura, molta paura del futuro che le si potrebbe prospettare.

Martina è...
l'amore per i suoi amici e per la famiglia;
il gelo che si sente la mattina in fermata;
il calore sotto le coperte;
un libro appena comprato;
un sorriso appena scaturito;
le bucce di banana che ti fanno cadere;
un sogno di quelli che ti lasciano l'amaro in bocca;
una lacrima che scorre sul viso;
una penna che scrive senza curarsi di nulla;
gli occhi animati di un ragazzo innamorato;
quella voce così speciale;
quell'imperfezione che trovi ovunque;
Martina è, semplicemente è.
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